La malattia pure quando è organica assume implicazioni psicologiche importanti anche in base alla gravità. Nelle malattie infiammatorie intestinali e nella celiachia, la cronicità della patologia va ad alterare l’identità personale e sociale della persona. Le emozioni verteranno sull’accettazione della nuova condizione e sulle difese messe in atto per fronteggiarla.
Malattie croniche intestinali (IBD) più comuni
Nelle malattie croniche intestinali, l’infiammazione dell’intestino può essere caratterizzata da un andamento altalenante in cui si alternano periodi di recidiva acuta a periodi asintomatici. Fra le malattie più comuni, troviamo il Morbo di Crohn (o malattia di Crohn) e la Rettocolite Ulcerosa (RCU). Queste malattie hanno origini autoimmuni.
Il sistema immunitario attacca le pareti dell’intestino dando origine ad un’infiammazione cronica che nei periodi di riacutizzazione si caratterizza per la comparsa di disturbi specifici: dolori addominali, febbre, subocclusione o occlusione intestinale, vomito, perdita di peso, diarrea cronica e emorragie severe.
L’infiammazione cronica, essendo di tipo sistemico, può anche causare complicazioni in altri organi e apparati con il sopraggiungere di eruzioni cutanee, artriti, infiammazione degli occhi come uveiti, stanchezza e mancanza di concentrazione. La recrudescenza della malattia che si manifesta a fasi, anche in base ai cambiamenti stagionali, potrebbe danneggiare il lavoro, gli affetti e causare difficoltà nella socializzazione, soprattutto in quei periodi in cui la malattia costringe la persona a dei periodi più o meno lunghi di ospedalizzazione e di ripresa dai sintomi.
Celiachia
La celiachia, allo stesso modo delle IBD, è una malattia cronica che ha origine autoimmune in cui l’infiammazione invece è scatenata dall’ingestione del “glutine”, una proteina contenuta in molti cereali utilizzati nella tradizione culinaria nei paesi occidentali. Piccole quantità nell’ingestione di questa molecola presente in molti alimenti, come pasta, pane e cereali, può dare origine ai primi sintomi come diarrea, febbre, nausea, vomito, perdita di peso e problemi di malnutrizione.
L’eliminazione del glutine aiuta a migliorare i sintomi con notevoli implicazioni psicologiche per quanto riguarda l’alimentazione, che dovrà essere tenuta sotto controllo per il resto della vita. Il peso dei pregiudizi per una malattia che non sempre viene capita, andrebbero a generare difficoltà nella socializzazione. La condivisione dei pasti con amici e parenti, soprattutto nei primi momenti in cui fa la comparsa la celiachia, potrebbe causare inizialmente un ritiro sociale che potrebbe perdurare nel tempo insieme all’affiorare di sintomi depressivi e ansiosi.
Una condizione di pregiudizio che ritroviamo anche nelle persone affette da IBD, per cui l’invisibilità degli effetti della malattia nel periodo asintomatico, porterebbe famiglia, amici, partner, colleghi e datore di lavoro a formulare giudizi affrettati, per cui la gravità della patologia verrebbe ingiustamente sottostimata.
Il senso di solitudine che affligge le persone affette da IBD o da celiachia nei momenti in cui si presentano i sintomi che debilitano il corpo stanco e affaticato privandolo di energie, potrebbero far insorgere anche disturbi psicologici come ansia e depressione come reazione alla malattia.
Quando la psiche attiva la malattia
Numerose ricerche hanno dimostrato che il cervello comunica sia con il sistema endocrino che con il sistema immunitario attraverso i neuropeptidi (piccole molecole di natura proteica), in particolare le cellule immunitarie portano al sistema neurologico le informazioni che hanno captato durante il monitoraggio dell’organismo.
La Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) è una disciplina che studia la relazione tra la psiche e i sistemi di regolazione fisiologica: sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario. Questa relazione è importante per comprendere meglio i processi che vanno a produrre uno stato di salute o di malattia. Lo stress gioca un ruolo fondamentale nell’attivare le risposte psico-fisiche nell’interazione tra sistema nervoso, endocrino e immunitario. Quando esso fa la sua comparsa, l’organismo produce ormoni come il cortisolo e l’adrenalina. Quando lo stress ha una durata temporale ridotta, presenta una manifestazione acuta che ha degli effetti positivi sull’organismo diventando adattivo e migliorando la risposta immunitaria e le prestazioni di concentrazione e attenzione
Nei casi in cui lo stress diventa prolungato, a causa di situazioni di sofferenza legate ad emozioni non elaborate di dolore, rabbia, angoscia, risentimento, perde la sua funzione positiva e adattiva andando a sopprimere la risposta del sistema immunitario.
Stress prolungato ed effetti sul sistema immunitario
Uno stato di attivazione emozionale prolungata produce effetti devastanti sul sistema immunitario come: depressione nella sintesi di anticorpi, fino ad arrivare all’insorgere di patologie autoimmuni causate dallo sviluppo di autoanticorpi.
Questa relazione sembrerebbe dimostrare a livello scientifico l’influenza diretta delle emozioni sul corpo e come una risposta emozionale eccessiva e prolungata ad una situazione stressante possa produrre stati di malattia andando ad agire in modo disadattivo sui sistemi di regolazione fisiologica. È interessante come giochi un ruolo fondamentale la variabilità soggettiva rispetto alla valutazione cognitiva che viene data all’evento stressante e le strategie individuali messe in atto per gestire la situazione.
È stato dimostrato come il sistema immunitario darebbe una risposta immediata ad una situazione di sofferenza emozionale prolungata, mostrando di essere in comunicazione diretta con la psiche. Infatti, quando a livello emotivo ci si sente stanchi, affaticati e con umore triste ci sarà una tendenza ad ammalarsi di più attraverso infezioni ricorrenti o a patologie associate ad un sistema immunitario compromesso.
Reagire all’insorgere della malattia: un aspetto determinante
È stato inoltre dimostrato che lutti o perdite emozionali potrebbero far progredire lo sviluppo di malattie autoimmuni e anche di malattie tumorali. Diventa determinante a livello clinico come la persona reagisce all’insorgenza e al decorso della malattia, infatti è stato rilevato che il mantenimento di stati emotivi negativi andrebbero a causare una compromissione della risposta immunitaria.
Le emozioni pericolose che fanno ammalare e che andrebbero ad attivare una risposta ormonale in grado di andare a deprimere il sistema immunitario sono: la preoccupazione, la paura, l’angoscia, la collera, l’ansia, il risentimento e la depressione.
Gestire malattie infiammatorie intestinali e celiachia
La gestione delle emozioni nelle malattie infiammatorie intestinali e nella celiachia diventa fondamentale accanto all’approccio medico. Si deve porre attenzione, oltre all’aspetto clinico, anche a quello psicologico. Si tratta di patologie che possono comportare aspetti di ansia e depressione nella persona colpita per le conseguenze inevitabili sulla vita lavorativa e relazionale; aspetti che andrebbero ad influenzare anche la risposta soggettiva alla “terapia farmacologica”.
L’intervento psicologico e psicoterapeutico può essere utile nei periodi di recrudescenza della malattia, per lavorare e gestire le emozioni legate alla malattia e apprendere delle strategie cognitive che pongono al centro il benessere emotivo e psicologico della persona che presenta la patologia cronica.
L’obiettivo è gestire l’ansia, le relazioni e i pensieri irrazionali legati alla patologia, fornendo supporto alla persona nell’affrontare la fase acuta di malattia.
Gli interventi che utilizzo in psicoterapia per fornire sostegno e aiuto psicologico a chi è affetto da Morbo di Crohn, Rettocolite Ulcerosa e Celiachia, sono due: la psicoterapia familiare con giovani adulti in età di svincolo e la psicoterapia individuale con gli adulti.
Propongo anche percorsi brevi di terapia online in videoconferenza, tramite la piattaforma Skype, che si sono dimostrati efficaci quanto la terapia presso il mio studio, per agire tempestivamente nel supportare la condizione di recidiva acuta della malattia.
- Celiachia
- Morbo di Crohn
- Rettocolite Ulcerosa (RCU)