Persone nocive: come dimenticarle

Persone nocive: come dimenticarle

Chi sono le persone nocive? Quali comportamenti mettono in atto per svilire la tua dignità? Cosa può fare la terapia online?

 

Nonostante la tossicità di una relazione, le ferite, gli abusi, le mancanze di rispetto, dimenticare la persona che ci ha fa fatto stare male sembrerebbe più facile a dirsi che a farsi.

 

Questo accade innanzitutto quando gli strascichi delle manipolazioni, degli svilimenti, sono stati così assorbiti e integrati nella nostra mente e nella nostra quotidianità, al punto tale che il pensiero corre costantemente alla persona che le ha inflitte. Si pensa, in un certo senso, di avere ancora bisogno di lui  o di lei per poter vivere.

 

Imparare dunque ad accettare la sofferenza subita e archiviarla diventa un passo importante per riappropriarsi della propria vita; anche quando la persona che ha imposto supplizi di ogni genere, era oggetto del nostro amore.

 

Vediamo allora insieme dei consigli per riuscire a emergere da una relazione tossica e riuscire, con i dovuti step, ad allontanarci di quell’idea (illusoria) che ci porta a sentire la mancanza/la necessità di una persona che ci ha solo fatto del male, imparando ad accettare ciò che è stato e rilegarlo al passato.

 

Step fondamentali

 

  1. Far propria l’idea che nulla si dimentica davvero, ma si trasforma, e pertanto non scoraggiarsi. Quanto più siamo stati vittime di manipolazioni e abusi, ancor più saranno incisivi i danni e gli strascichi con cui fare i conti, specie se il soggetto abusante si è rivelato con molta lentezza, durante gli anni, una persona distruttiva e narcisista. Il percorso parte da questa accettazione: nulla si dimentica, ma ciò che si è vissuto può essere portato innanzitutto alla consapevolezza, elaborato nel tempo, e trasformato in esperienza di vita. Il primo reale passo dunque non è azzerare i ricordi ma prenderne consapevolezza e iniziare qui nel presente una nuova vita, una vita ripulita per sempre dalla persona che ci ha ferito, imparando a non cedere alla paura, alla nostalgia, alle trappole narcisistiche.
  2. Risveglio spirituale: concentrarsi su un nuovo inizio. Finalmente abbiamo aperto gli occhi e non si può più tornare indietro. Un totale cambio di vita, anche se fa paura, che parte dall’amore verso se stessi, dal riscoprire ciò che davvero può darci nutrimento. Ricordiamoci infatti che non si è mai soli e non è mai troppo tardi per riappropriarsi della propria serenità. Il risveglio spirituale avviene quando finalmente, senza darsi colpe o dare colpe, accettiamo che quello che abbiamo vissuto è stata una relazione tossica. Nessuna malinconia o nostalgia deve smuoverci da questo punto fisso: abbiamo incontrato una persona nociva, punto. E può capitare a chiunque. Determinante è focalizzarsi in questa prima fase sul male che è stato, senza minimizzare per paura di non farcela o per ritornare in una comfort zone; che sarà la base su cui ricostruire la propria dignità, la propria autostima, la propria vita pezzo dopo pezzo, passo dopo passo, in maniera sana e risvegliata.
  3. Sano egoismo: è il momento di mettersi al primo posto, di rimettersi al centro della propria vita che avevamo spostato e riappropriarsene, vivere solamente nel qui e ora concentrandoci su ciò che può risanarci, coccolarci, farci sentire apprezzati, utili, persone nuove. Alziamo dunque la testa con la consapevolezza che uscire da una relazione tossica è stato per noi un miracolo, un segno del destino poter aprire gli occhi, a prescindere da come sia andata, siamo grati e torniamo a pensare a noi stessi: siamo noi ora la persona che ha più bisogno della nostra attenzione e del nostro aiuto.
  4. Essere decisi a troncare e non cadere nelle trappole del ritorno o del (finto) dialogo. Questo significa non aspettiamoci per forza una chiusura dalla persona che ci ha fatto del male. Siamo consapevoli del fatto che battute d’arresto e tentennamenti siano possibili, e qui la determinazione e la forza di volontà, dettati da quel risveglio interiore che ci ha fatto aprire gli occhi, sono fondamentali. E’ davvero quella la vita che vogliamo? Una vita di abusi, mancanze di rispetto, sensi di colpa, ansia, manipolazioni, infelicità. Anche se all’inizio farà tanto male non ci mancherà, e col tempo staremo meglio e ci riapproprieremo della voglia di ritornare nel mondo a vivere una vita più felice  e spensierata. Nessun “ritorno’’ da parte dell’altro deve farci cambiare idea, non c’è promessa o provocazione che tenga, se necessario cambiare numero di telefono, azzerare completamente i contatti anche sui social, e chiedere ai conoscenti in comune di non parlare della persona di cui dovete liberarvi in vostra presenza. Al pari di ogni droga, anche nel caso di una dipendenza affettiva, infatti, è il momento di ripulirsi, ed è la parte probabilmente più difficile. possiamo farlo solamente lontano dalle tentazioni; permettendoci di concentrarci solo sul nostro presente. Teniamo bene a mente però che in una relazione nociva non c’è spazio per dialoghi costruttivi. Partiamo dunque da questa consapevolezza per non cedere e non cadere di nuovo nella “tela del ragno’’.
  5. Creare una solida rete di sicurezza. Famigliari, migliori amici, psicoterapeuta, conoscenti, nuovi incontri, gruppi di ascolto, chiunque possa davvero nutrirci e sostenerci in questo percorso di disintossicazione dalla persona nociva è determinante. Poter parlare liberamente di quello che è successo, essere ascoltati, essere motivati e indirizzati a ricostruirsi una nuova vita, vedendo le cose in una maniera più lucida, è determinante. L’isolamento prolungato, al contrario, può portarci a rimuginare e a idealizzare ciò che era, boicottando il nostro risveglio, la nostra nuova presa di coscienza che ci dice di rialzarci e andare avanti per la nostra strada.

 

Cosa può fare la terapia online?

La terapia online può aiutare innanzitutto a comprendere e rielaborare il dolore vissuto nel passato; imparando a lasciare andare ciò che ci ha tolto valore e dignità, riappropriandosene. Tramite la terapia e l’alleanza con lo psicoterapeuta è possibile incrementare la propria rete di sostegno; affinché questa esperienza non sia più vissuta come una condanna ma un risveglio, una lezione importante e determinante per la propria evoluzione personale. Ciò che è stato, anche nella sofferenza, è stato messo sul nostro cammino per farci arrivare a una nuova consapevolezza, per segnalarci che stavamo uscendo dalla nostra reale rotta, dal nostro progetto dell’anima. Anche la fine di una relazione tossica porta con sé la consapevolezza di cose, che altrimenti non avremmo mai potuto comprendere a pieno.

 

Oltre alla terapia online individuale, consigliamo il gruppo “Psicoterapia di gruppo online sulla dipendenza affettiva: curare la malattia dell’amore attraverso il supporto del gruppo.’’

 

Per informazioni scrivere alla Dott.ssa Jessica Zecchini.

Contatto email consulenza@jessicazecchini.it, contatto whatsapp  370 32 17 351.

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