Come rendersi infelici
By: Jessica Zecchini
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Come rendersi infelici
Cos’è che davvero ci crea infelicità? E se fossimo noi a fare di tutto per essere infelici e complicarci le cose? L’essere umano può essere felice? Cosa può fare la terapia online?
A tal proposito citiamo l’illuminante saggio di Paul Watzlawick “Istruzioni per rendersi infelici’’. Già dal titolo, se vogliamo ironico ma pungente, capiamo che siamo di fronte a un cambio di prospettiva.
I vari guru scrivono spesso di come essere felici per soddisfare le richieste dell’essere umano e la sua brama di felicità. In questo libro, invece, si fa un passo indietro, anzi nella direzione opposta, e si stilano le istruzioni per essere “infelici’’.
Ovviamente, il lettore saggio, capirà da sé che il contenuto di questo testo, sarà in verità un prezioso libretto di istruzioni per riflettere sulla propria vita, e sui meccanismi automatici che tolgono invece gioia, depotenziando, e lasciandoci affogare in un tunnel di negatività, insoddisfazione e sofferenza.
Crearsi problemi da soli
Quali sono questi meccanismi di infelicità? Quali sono le trappole di un essere umano infelice? Vediamoli uno per uno.
- Essere fedeli a se stessi: nel primo precetto l’autore ci invoglia a riflettere su come si può essere felici in una mente chiusa e fedele a se stessa. Spesso si disapprova quello che ci accade intorno, i comportamenti degli altri, rimanendo invece convinti di quanto noi siamo nel giusto. “L’inferno sono gli altri’’ come direbbe Sartre. Stabilire che il nostro punto di vista è l’unico e il solo è il primo modo per essere infelici. Per essere felici e acquisire una certa maturità significa invece semplicemente fare ciò che è realmente giusto, a prescindere da prese di posizioni.
- Esseri fedeli al passato: nel passato non c’è cambiamento, non c’è evoluzione, è per l’appunto passato. Essere fedeli a una vecchia immagine della nostra vita diventa fonte di insicurezza, infelicità e sofferenza. Un ulteriore frecciatina viene rivolta dall’autore a chi ha rotto una relazione. Per essere infelici le sue istruzioni sono due: isolarsi aspettando la telefonata dell’ex partner o rimettersi in gioco uscendo con una persona che le somiglia.
- Essere fedeli al proprio orgoglio: l’essere fedeli al passato ci distacca dal presente. Quando pensiamo che sia troppo tardi, rimanendo magari indignati per un torto subito, chiusi, non ci diamo la possibilità di guarire. Una frase ricorrente è “troppo tardi, ora non lo voglio più’’. Ci avvinghiamo a una situazione precostituita. L’orgoglio ostinato per rimanere fedeli a ciò che è stato, chiude le porte al presente e alla risanazione di vecchie ferite. In altre parole un biglietto verso l’infelicità.
- Autosuggestione: un altro modo per non vivere serenamente è il potere del pensiero. Nella nostra mente si creano immagini pericolose e negative di quello che gli altri pensano o potrebbero dire su di noi. Spesso ci facciamo nemici, crediamo che di essere mal visti e giudicati, urliamo di fronte a qualcuno il cui ruolo malvagio nella nostra vita, spesso è stato creato solamente dalla nostra mente.
- Superstizione: la superstizione, intesa come credenza, convinzione, può allontanare dalla serenità. Pensiamo a situazioni che non verifichiamo e non appuriamo appieno, scansiamo problematiche senza risolverle, senza provare se davvero quella cosa è davvero così, se ci siamo sbagliati ed è frutto di una nostra autosuggestione, o se può essere risolta, costringendoci a persistere in quel problema. Essere convinto di una cosa e non avere il coraggio di appurarla o ridiscuterla è un modo per vivere per inerzia nell’infelicità.
- “Essere arrivati’’: l’arrivo è uguale alla morte. Chi si sente arrivato non si rimette in discussione, non cresce, non evolve. Lo scopo non è la meta ma il viaggio. L’uomo si riempie di illusioni: l’età del pensionamento, il momento in cui farà o dirà una certa cosa, il momento in cui avrà una certa cosa, per poi fermarsi e sentirsi arrivati. E’ importante invece avere sempre qualcosa verso cui andare per apportare gioia e luminosità alla vita.
- “Cerca di essere spontaneo’’: frasi come “sii spontaneo’’, “fatti piacere il tuo dovere’’, “oppure soffrire e non fare nulla di piacevole fa parte della vita’’, sono cliché spesso ascoltati al giorno di oggi. Com’è possibile, ad esempio, chiedere a un figlio di frequentare il liceo, ed essere spontaneo nelle sue scelte, felice, quando in realtà egli vorrebbe frequentare un altro indirizzo? Ed egli magari lo frequenterà per non deludere, per non far arrabbiare nessuno. Stiamo ben attenti alle trappole della manipolazione. SI può essere spontanei solo quando si ascolta il proprio cuore.
Cosa può fare la terapia online?
Tramite la terapia online si può lavorare a fondo sulle cosiddette “istruzioni dell’infelicità’’, che in psicoterapia vengono chiamate “credenze limitanti’’. Si potrà così andare a fare un lavoro per sciogliere quei nodi che creano infelicità nella nostra vita e a cui rimaniamo legati spesso inconsciamente, autosabotando la nostra felicità. Solo lavorando su tali aspetti e su tali convinzioni limitanti, infatti, si potranno aprire gli occhi su come ci si sta rendendo la vita difficile, amara, sofferente.
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