Disturbi psicosomatici: come comunica la psiche
By: Jessica Zecchini
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Disturbi psicosomatici: come comunica la psiche
Cosa c’è all’origine del disturbo psicosomatico? Quali sono le tipologie di disturbi psicosomatici? Ipocondria e alessitimia per comprendere come funziona la psicosomatica? Come la terapia online può aiutarti a “dare parola alle tue emozioni” interrompendo la somatizzazione?
Un disturbo psicosomatico si verifica quando gli effetti emozionali negativi della psiche si riversano sul corpo acuendo la comparsa di malattie organiche, non essendo sempre facile valutare a livello medico la sua influenza.
Cosa sono i disturbi psicosomatici
In alcuni disturbi psicologici (come depressione, disturbi d’ansia o il disturbo post traumatico da stress) è più facile che insorgano anche disturbi psicosomatici. Le alterazioni neurovegetative, come l’attivazione prolungata nel tempo del sistema nervoso autonomo in relazione a stati psichici negativi che influirebbero sulla “somatizzazione”, favoriscono la comparsa di problemi fisici per cui la persona accuserebbe dolori in aree del corpo completamente indipendenti l’una dall’altra. È il caso ad esempio di uno studente in ansia per un esame, o più in generale per la scuola, che manifesta attacchi di ansia ed episodi frequenti di vomito, oppure di una persona sottoposta a forte stress emotivo (es. lutto o divorzio) che presenta tachicardia e palpitazioni.
Il disturbo psicosomatico (o somatoforme) può diventare un problema medico alla base del quale vi è la manifestazione di un disagio psicologico non risolto. È possibile rilevarlo dopo attenti esami medici che dimostrano che la causa del disturbo non è l’origine organica ma psicologica.
Stress, preoccupazioni, paura, depressione e ansia patologica possono essere la risultante di processi psichici negativi che possono andare ad agire sul soma (corpo), mettendo in evidenza la relazione tra sistema nervoso, endocrino e immunitario.
Tipologie di disturbi psicosomatici
I disturbi psicosomatici possono manifestarsi in diversi sistemi e apparati:
- Disturbi dell’apparato gastrointestinale: diarrea, nausea, vomito, colite, intolleranze alimentari, gastriti, ulcera peptica, colite ulcerosa;
- Disturbi dell’apparato respiratorio: asma bronchiale, sindrome iperventilatoria;
- Disturbi dell’apparato cardiocircolatorio: ipertensione, tachicardia, aritmie, cardiopatia ischemica;
- Disturbi dell’apparato urogenitale: anorgasmia, impotenza, enuresi, irregolarità e dolore nel ciclo mestruale, eiaculazione precoce, vaginismo, disfunzioni dell’erezione;
- Disturbi dell’apparato muscolare: mal di schiena, mialgie, cefalea, torcicollo, artrite;
- Disturbi della pelle: acne, psoriasi, prurito, dermatiti, sudorazione eccessiva, orticaria, secchezza della cute e delle mucose;
- Disturbi pseudo-neurologici: alterazioni della coordinazione e/o dell’equilibrio, paralisi, difficoltà a deglutire, afonia, cecità, sordità, amnesie, ecc.
- Disturbi asse ipotalamo-ipofisi -surrene: risposta maladattiva allo stress e ai suoi stimoli con importanti ripercussioni a livello psico-fisico.
La manifestazione del disturbo psicosomatico nella vita di una persona può arrecare sofferenza in ambito sociale, lavorativo, affettivo e familiare, andando a peggiorare in modo significativo la qualità di vita.
L’ipocondria
A volte può fare la sua comparsa il disturbo ipocondriaco caratterizzato da un atteggiamento psichico in cui vi è costante apprensione per la propria salute e sentimenti d’ansia, fino all’ossessione nel sopravvalutare anche quelli che vengono considerati comunemente minimi disturbi.
In questo caso, il disturbo ipocondriaco diventa invalidante fino a rovinare la vita della persona trasformandola in un inferno. Infatti, si vive in un continuo stato d’ansia di contrarre una malattia grave o fatale per la vita, ricorrendo a continui test medici e visite specialistiche. Nelle forme più gravi, l’ipocondria può portare anche a depressione e a disturbi psicosomatici giustificando la preoccupazione.
Alessitimia: origine del disturbo psicosomatico
L’alessitimia è stata considerata alla base dell’origine dei disturbi psicosomatici. Letteralmente il suo significato è “emozione senza parole” o “assenza di parole per le emozioni”. In psicologia, questo concetto è stato elaborato da due psicoanalisti americani nei primi anni ’70: Nemiah e Sifneos. Entrambi notarono la difficoltà a descrivere i sentimenti e le emozioni nei pazienti affetti da malattie psicosomatiche, tanto da non averne consapevolezza mostrando una povertà nell’espressione e nella capacità di immaginazione.
Diverse caratteristiche identificano questo disturbo:
- È presente una difficoltà a descrivere e a comprendere le proprie emozioni, con un vocabolario emotivo limitato,
- Difficoltà a comprendere le sensazioni corporee in risposta all’attivazione emotiva,
- Attività onirica quasi assente e scarsi processi immaginativi,
- Concretezza presente in modo prevalente a livello cognitivo e rivolto alle situazioni esterne,
- Lessico privo di intensità emotiva e mancanza di riferimento ai vissuti emotivi,
- Rigidità psicomotoria e nel repertorio mimico-gestuale,
- Iperadattamento e conformismo,
- Tendenza ad instaurare relazioni sociali superficiali o evitamento delle relazioni,
- Tendenza a rispondere agli eventi stressanti con comportamenti impulsivi (ad esempio: abuso di sostanze, di alcol, di cibo, ecc.),
- Tendenza ad accusare disturbi fisici di fronte a situazioni di disagio psicologico,
- Comorbilità con tratti isterici e ossessivi.
Rischi della alessitimia
Diverse ricerche hanno messo in luce che l’alessitimia è una sindrome che può dare origine a patologie respiratorie, cardiovascolari, gastrointestinali, dermatologiche e anche tumorali, in quanto l’inadeguatezza nel riconoscere e nell’esprimere le emozioni potrebbe essere fortemente implicata nel peggioramento degli stati emotivi con una scarica emotiva diretta sul corpo.
Emozioni come rabbia e dolore sarebbero considerate inaccettabili non consentendo alla persona di sfogarle in quanto non verrebbero riconosciute negando la loro espressione. L’alessitimia sarebbe implicata anche nello sviluppo di psicopatologie come: l’alcolismo, disturbi d’ansia, disturbi alimentari, tossicodipendenza, depressione e ipocondria. In questo caso, il disturbo sarebbe l’espressione del malessere associato ad un mancato riconoscimento, elaborazione ed espressione delle emozioni.
L’alessitimia potrebbe essere causata da un trauma precoce per cui l’individuo allontanerebbe il dolore proteggendosi dalle emozioni escludendole dalla sua vita. Questa esclusione della parte emotiva andrebbe ad alimentare un “vuoto interiore” causando un malessere in tutte le aree importanti della vita oltre ad una “risomatizzazione dell’affetto” in cui il protagonista è il corpo malato.
Cosa può fare la terapia online
Le emozioni sono la nostra bussola non solo nella realizzazione del proprio sé ma anche per comprendere a fondo i nostri stati psicologici. Le emozioni negative incontrollate, o non portate alla consapevolezza, e quindi mal gestite, come abbiamo visto possono determinare tutta una serie di problematiche anche molto importanti e persistenti a rischio non solo della propria psiche ma anche sul corpo fisico, andando a intaccare la qualità della nostra vita. Un corpo che emana campanelli di allarme, che inizia a soffrire, proprio in quanto non progettato per sopportare a lungo una sfera emozionale repressa, pesante e tutt’altro che positiva; non farà altro che turbare ancora di più la nostra serenità mentale e alimentare tutte quelle sensazioni negative di paura, rabbia, tristezza che hanno invece causato quei sintomi, creando un circolo vizioso estremamente pericoloso.
La terapia online con il paziente che presenta un disturbo psicosomatico sarebbe incentrata nel far riemergere la parte emotiva seppellita per troppo tempo. Essa si concentrerebbe in una alfabetizzazione delle emozioni, nel senso di “dare parole alle emozioni” attraverso un attento riconoscimento.
L’obiettivo è andare a toccare quella porta di dolore che è all’origine del trauma sperimentato in età precoce, attraverso un attento lavoro su di sé alla scoperta di ciò che siamo e di che cosa sentiamo. La riscoperta ed il riconoscimento della parte emotiva darebbe spazio ad una nuova vitalità e ad un arricchimento dei vissuti interiori.
Il mancato lavoro su queste emozioni andrebbe a discapito del benessere soggettivo, andando a peggiorare la qualità dei rapporti sociali, professionali e affettivi oltre ad acuire l’insorgere di patologie.
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